Avrai un'unica energia per riscaldamento, acqua calda e cucina.
Scegliere di riscaldare le proprie case con camini a legna o stufe a pellet, spinti dall’apparente convenienza delle biomasse,
mette seriamente a repentaglio la nostra salute e quella dei nostri cari. Quando scegliamo una fonte di riscaldamento piuttosto
che un’altra, infatti, dobbiamo essere sicuri di aver preso in considerazione tutti i fattori necessari per prendere una decisione
consapevole e sostenibile. Bisogna sapere che le biomasse legnose, bruciando, rilasciano notevoli quantità di particolato (PM 2.5 e PM 10),
comunemente definito “polveri sottili”, responsabili di tumori ai polmoni e patologie respiratorie gravi. La pericolosità di
queste polveri è che proprio a causa delle loro dimensioni, una volta inalate sono in grado, non solo di depositarsi a livello
polmonare e cardiovascolare, ma di entrare nel circolo sanguigno, irrorando i tessuti di tutto il corpo.
Per parlare di un caso concreto, prendiamo l’esempio di una rilevazione sulla presenza nell’aria del Benzo(a)pirene, la
prima sostanza individuata come certamente cancerogena tra quelle contenute nel particolato, effettuata nel comune di Taranto
e in quello di Laces (Bolzano), un comune montano dove è ipotizzabile un ampio utilizzo delle biomasse da riscaldamento.
A fronte di una concentrazione di 1,1 ng/m3 nella città pugliese, a Laces il numero sale a 18,99 ng/m3 (fonte Ispra).
Vanno poi considerate tutte le spese mediche che cittadini e Stato devono sostenere per far fronte alle sempre più
diffuse patologie derivanti dall’inalazione di polveri sottile: vale così tanto la pena risparmiare subito per poi
perderci in salute e soldi?
Avrai tanta energia in poco spazio.
Per produrre lo stesso calore di 1 Kg di GPL ti servono 6 Kg di legna, 2 Kg di carbone e 1,17 Kg di gasolio.
Fonte: rielaborazione interna dati Enea 2011
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano chiaro: 7 milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico.
Sono 30mila solo in Italia i decessi causati da inalazione di particolato fine, ossia il 7% del totale delle morti registrate annualmente
nel nostro Paese (esclusi gli incidenti) - precisa uno studio del Ministero della Salute. E spesso non sappiamo neanche cosa bruciamo.
Da una ricerca ISTAT sulla provenienza del prodotto, risulta infatti che il 50% circa delle biomasse legnose non è tracciabile: viene
fabbricato e poi importato da paesi extra-Ue in cui spesso sono vigenti leggi di produzione meno rigorose delle nostre.
Lo Studio Enea ha prospettato degli scenari per il futuro, basandosi sugli obiettivi di riduzione dell’inquinamento fissati dall’Unione
europea e sui dati di fonti autorevoli (ISTAT). È emerso che nel 2030, sebbene si preveda che l’evoluzione tecnologica abbasserà le emissioni
nocive complessive, rimarrà ancora molto alto il dato sulle polveri sottili, specie in quelle zone in cui è molto diffuso l’utilizzo delle
biomasse legnose per riscaldarsi.
Inquinare meno e utilizzare energie pulite ed efficienti da tutti i punti di vista è l’obiettivo sul quale Istituzioni e cittadini sono
chiamati a lavorare. Per farlo, bisognerà investire in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica e incentivare fonti energetiche realmente
ecologiche quali il GPL e il gas naturale. Queste ultime sono infatti energie sicure, pulite e versatili: con una sola risorsa possiamo
infatti riscaldare la casa, cucinare, avere acqua calda, contribuendo contemporaneamente a ridurre le emissioni nocive che produciamo quotidianamente.
Essere consumatori consapevoli significa fare scelte che salvaguardino noi stessi, le persone a noi care, l’ambiente in cui viviamo per una
reale convenienza di tutti.
Dirai di no alle polveri sottili.
A differenza di Pellet (76 g/GJ) e legna (480 g/GJ) il GPL emette solo 0,02 g/GJ.
Fonte: Ministero dell’Ambiente
Uno studio di Enea - Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile – ha
evidenziato che le biomasse sono responsabili della quasi totalità delle emissioni di PM 2.5 da riscaldamento nel
settore civile ( oltre il 99%) e che il loro valore di emissioni di particolato è di ben 103,57 (kt). Un valore enorme,
rispetto a quanto emettono fonti eco-compatibili come il gas naturale (0,11 kt) e il GPL (0,03 kt).
Eppure, nonostante questi dati, si è verificato un aumento dell’utilizzo di questi prodotti. La crisi economica
ha infatti spinto molte famiglie a ridurre le spese e l’iniziale convenienza di legna e pellet ne ha a favorito la
diffusione anche grazie ad una fiscalità agevolata di cui non godono gli altri combustibili: per l’acquisto di una
qualsiasi stufa a pellet sono previsti incentivi fiscali al 65%. Gli studi sempre più approfonditi e autorevoli hanno
confermato l’esigenza di una revisione delle politiche di incentivazione e degli sgravi fiscali fin qui poste in
essere a favore delle biomasse legnose. L’aliquota IVA di questo prodotto, inizialmente fissata al 10%, è stata
infatti normalizzata al 22%. Peraltro, questi studi e gli sviluppi in ricerca ed innovazione dovrebbero condurre
a scelte di politica volte a orientare la politica incentivante solo verso le migliori tecnologie disponibili in
termini di emissioni inquinanti e di efficienza energetica, innanzitutto tramite una modifica sostanziale delle
misure di sgravi fiscali oggi previsti.